«Il mondo dei social ha fatto una cosa incredibile. Ha riportato in auge la memetica».
È proprio così. La memetica ha cambiato il modo di comunicare sui nostri profili social e sui nostri telefonini.
Quante volte vi capita di ricevere e di condividere un’ immagine?
Io sono la prima a farlo. Soprattutto quando si tratta di condividere una sfiga, un pensiero comune, un mai una gioia. Perché tutto questo condividere fa sì che esprimiamo un’appartenenza a un filone di pensiero e, di conseguenza, a un modello culturale.
Il meme in questione diventa virale e l’evoluzione culturale è fatta.
Sì perché la memetica non è solo un fenomeno social, bensì molto di più.
Siamo di fronte a un campo di ricerca che non si è ancora sviluppato per diventare una disciplina scientifica (ma che può avere il potenziale per diventarlo) e che indaga i modelli evolutivi sul trasferimento di informazioni, conoscenza e delle preferenze culturali basati sul concetto di meme.
In pratica i memi rappresentano un’unità di informazione in grado di propagarsi e trasmettersi all’interno di una società, arrivando a modificarne i connotati e persino influenzarne le possibilità di sopravvivenza.
La memetica ipotizza che, analogamente ai modelli standard biologici che spiegano la somiglianza fra generazioni con i geni, così si possono spiegare le “eredità culturali” attraverso replicatori chiamati memi.
MA PASSIAMO ALLA PRATICA.
Ho fatto una carrellata dei miei meme preferiti e mi sono chiesta:
«Chissà quanti di voi avranno condiviso gli stessi?»
Beh, nessuno potrà darmi un dato certo, ma sono sicura che per qualcuno lo avete fatto!
//LE DONNE//
//GLI UOMINI//
//LA FAME//
//MAI UNA GIOIA//
//EVERGREEN//
//RAPPORTI//
//TORMENTONI//
//GRANDI VERITÀ//
//ZEN//
//FAMOSI//
//REALI//
//FRAINTENDIMENTI//